BRICS

 Matteo Fonti Consulente Finanziario – Personal Financial Advisor Certificato EFPA livello EFA e livello ESG Iscritto albo Consob/OCF Iscritto registro RUI

Brics: perché la competizione con il Dollaro muore in partenza. Negli ultimi giorni si sta molto parlando dell’idea dei paesi Brics, ai quali si stanno aggiungendo altri paesi emergenti, di sviluppare una propria valuta comune utile a ridurre la supremazia del Dollaro (e dell’Euro) nelle transazioni internazionali.

Prima di comprendere il perché il sogno dei Brics sembra essere quanto meno utopistico, andiamo a comprendere le reali cause di questa politica di unione monetaria:

  • Buona parte del debito dei paesi Brics (soprattutto quello più vecchio) è in dollari, questo determina un’impossibilità per questi paesi di controllare il proprio debito, i tassi di interesse che pagano infatti si basano sul tasso overnight scelto dalla FED + l’ovvio spread per scadenza e rischio credito dei singoli paesi e delle singole emissioni.
  • I paesi Brics sono in prevalenza esportatori, per cui il cambio delle loro valute col Dollaro è capace di penalizzare in maniera rilevante le loro economie.
  • Le banche centrali di questi paesi, per garantire le monete locali (una moneta ha valore se e solo se esiste un collaterale che garantisce la fiducia in essa, esso può essere la forza della banca centrale emittente (come accade in parte in Europa e Stati Uniti), oppure un collaterale che può essere usato come “merce di scambio” rispetto a quella moneta, come ad esempio l’oro o una riserva di valuta più forte (come ad esempio il Dollaro).

Come avrete ben capito i motivi ci sono e anche molto validi ma i problemi sono insuperabili.

Le banche centrali dei Brics dovrebbero infatti prima di tutto creare delle riserve per garantire le proprie monete e queste riserve non possono essere in Euro o in Dollaro, visto che l’obiettivo è indebolire queste valute; per cui resta solo l’oro, ma le principali riserve di questo raro metallo son ad oggi nelle banche centrali dei paesi Euro, negli Stati Uniti ed in Giappone.

Se questo ostacolo non bastasse, le economie dei Brics ad oggi sono ancora molto arretrate in termini di regolamentazione rispetto a quelle occidentali e questo genera sfiducia (ergo serve ancora più oro).

In fine, una volta creata la fiducia nella valuta comune Brics, resta il nodo di garantire che essa venga usata negli scambi internazionali, che ad oggi viaggiano prevalentemente nel sistema Swift a matrice Statunitense e che richiedono assicurazioni (in caso di scambi di merce fisica) con premi quotati in dollari (compagnie occidentali).

In conclusione, la via per una moneta unica Brics che possa soppiantare Euro e Dollaro è tortuosa e tutta in salita… forse troppo.

Allego un piccolo grafico a supporto:

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✔️ Matteo Fonti Consulente Finanziario – Personal Financial Advisor Certificato EFPA livello EFA e livello ESG Iscritto albo Consob/OCF Iscritto registro RUI